Carenza di vitamina D: sintomi, conseguenze e come integrarla correttamente
La vitamina D, nota anche come "vitamina del sole", è fondamentale per la salute dell'organismo. Questa vitamina liposolubile agisce come un ormone, regolando l’assorbimento di calcio e fosforo e sostenendo numerosi processi fisiologici.
La carenza di vitamina D è sempre più diffusa in Italia e in Europa, soprattutto nei mesi autunnali e invernali, quando l’esposizione solare è ridotta. Questo deficit può avere importanti ripercussioni su ossa, sistema immunitario, umore e benessere generale, rendendo essenziale riconoscere i sintomi e intervenire tempestivamente.
Cos’è la vitamina D e perché è essenziale per la salute?
La vitamina D è più correttamente un pro-ormone (calciferolo) prodotto per la maggior parte (80‑90%) nella pelle grazie ai raggi UVB del sole, mentre una parte minore (10-20%) deriva da alimenti come pesce grasso, uova e funghi. Nell’organismo essa viene idrossilata nel fegato e nei reni fino alla forma attiva (calcitriolo). Il suo ruolo principale è quello di regolare l’assorbimento di calcio e fosforo nell’intestino, fondamentale per la salute delle ossa e dei denti.
Numerosi studi indicano che la vitamina D rafforza il sistema immunitario e contribuisce anche al benessere mentale, riducendo il rischio di sindromi depressive.
Carenza di vitamina D: sintomi e segnali da riconoscere
Sintomi iniziali e lievi
I primi segnali di ipovitaminosi D possono essere subdoli e comuni a molte altre condizioni.
I sintomi iniziali della carenza di vitamina D sono:
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Stanchezza cronica e affaticamento persistente anche a riposo;
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Debolezza muscolare generalizzata (comune soprattutto a livello del bacino e delle cosce);
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Dolori muscolari e articolari diffusi senza cause apparenti (soprattutto a schiena, spalle, collo);
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Umore basso, irritabilità e confusione mentale (molti pazienti riferiscono ansia o difficoltà di concentrazione);
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Mal di testa ricorrenti;
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Caduta dei capelli in eccesso;
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Infezioni frequenti: la carenza di vitamina D indebolisce le difese immunitarie, aumentando la suscettibilità a raffreddori e influenze stagionali.
Questi sintomi iniziali sono spesso trascurati, ma se persistenti indicano la necessità di un controllo.
Sintomi gravi e avanzati
Se la carenza di vitamina D permane, possono comparire manifestazioni più serie e specifiche:
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Dolori ossei persistenti;
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Crampi muscolari e spasmi frequenti, anche notturni;
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Fragilità ossea: aumenta il rischio di osteoporosi e fratture (anche da traumi lievi);
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Depressione marcata: come stati depressivi persistenti o cambiamenti dell’umore;
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Problemi cutanei: pelle secca, lento recupero dalle irritazioni o lesioni cutanee;
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Disturbi del sonno ricorrenti (insonnia o sonno non ristoratore).
Questi sintomi avanzati necessitano di un intervento medico urgente.
Sintomi nei bambini
Nei bambini, i segni della carenza di vitamina D si riflettono soprattutto sulla crescita e sullo sviluppo scheletrico. In particolare si osservano:
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Ritardo nella crescita: il bambino può apparire più piccolo o gracile rispetto alla norma per età;
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Rachitismo nei casi più gravi;
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Deformità ossee visibili (ad es. incurvamento tibiale);
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Dentizione ritardata o anomalie dentali (denti fragili, a maggior rischio di carie);
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Irritabilità e pianto eccessivo: molti bambini carenti di vitamina D risultano particolarmente agitati o di umore irrequieto;
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Infezioni respiratorie frequenti: come per gli adulti, un deficit di vitamina D compromette le difese immunitarie, esponendo i bimbi a raffreddori e bronchiti ricorrenti.
Valutazione
Al primo sospetto di carenza (stanchezza ingiustificata, dolori cronici, sintomi scheletrici nei bambini, ecc.) è consigliabile misurare il livello ematico di vitamina D (25(OH)D). Scoprire per tempo la vitamina D carente permette di intervenire prontamente con integrazione e prevenire complicanze più gravi.
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Vitamina D bassa: conseguenze a lungo termine per la salute
Conseguenze sul sistema scheletrico
Un livello cronicamente basso di vitamina D compromette soprattutto il metabolismo osseo:
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Osteoporosi e osteopenia: il deficit di vitamina D porta a ridotta mineralizzazione ossea, accelerando la perdita di massa e la fragilità scheletrica;
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Aumentato rischio di fratture: soprattutto nelle persone anziane, anche un colpo lieve o una caduta lieve può causare fratture ossee. Nei bambini può manifestarsi come rachitismo (sullo stesso meccanismo della mancata ossificazione);
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Osteomalacia nell’adulto: nelle carenze gravi si può verificare un vero rammollimento delle ossa, accompagnato da dolori ossei diffusi e difficoltà a deambulare.
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Problemi dentali: c’è il maggior rischio di carie e perdita dentale;
⇨ Visita la nostra collezione di integratori su: Articolazioni e Ossa.
Conseguenze sul sistema immunitario
La vitamina D è fondamentale per il sistema immunitario. Una sua carenza a lungo termine si associa a:
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Maggiore vulnerabilità a infezioni: in particolare infezioni respiratorie virali e batteriche (raffreddori, influenze, bronchiti) diventano più frequenti;
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Infezioni ricorrenti: periodi di influenza prolungati o complicanze infettive più severe;
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Malattie autoimmuni: il deficit di vitamina D è stato collegato ad aumentata incidenza di patologie autoimmuni come sclerosi multipla, artrite reumatoide, lupus eritematoso;
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Risposta immunitaria compromessa.
⇨ Visita la nostra collezione di integratori sulle: Difese Immunitarie
Conseguenze cardiovascolari
Un insufficiente livello di vitamina D può influire negativamente sul cuore e la circolazione:
- Ipertensione arteriosa
- Aumentato rischio cardiovascolare
- Maggiore rischio di infarto e ictus
- Patologie cardiache
⇨ Visita la nostra collezione di integratori su: Cuore e Circolazione
Conseguenze metaboliche
Bassi livelli di vitamina D influiscono anche sul metabolismo e sul peso corporeo:
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Resistenza insulinica: può comparire una minore sensibilità all’insulina, con conseguente difficoltà nel controllo glicemico.
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Diabete di tipo 2: la carenza di vitamina D è stata associata a un aumentato rischio di diabete tipo 2, sia per un effetto diretto sul metabolismo del glucosio che per i danni ai capillari pancreatici.
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Obesità e sindrome metabolica: le persone obese spesso hanno livelli più bassi di vitamina D (il tessuto adiposo la sequestra), e allo stesso tempo la carenza può favorire la sindrome metabolica (ipertensione, dislipidemia, glicemia alta).
Conseguenze psicologiche e neurologiche
La vitamina D influisce anche sulla funzione cerebrale e sull’umore:
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Depressione stagionale (SAD - Seasonal Affective Disorder): la carenza di vitamina D nei mesi invernali può contribuire a sintomi depressivi stagionali;
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Ansia e irritabilità prolungata in individui vulnerabili;
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Declino cognitivo: alcuni studi collegano bassi livelli di vitamina D a un declino accelerato delle funzioni cognitive (memoria, attenzione);
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Rischio di demenza e Alzheimer;
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Disturbi dell’umore.
⇨ Visita la nostra collezione di integratori per la: Salute della mente
Altre conseguenze significative
Oltre a quanto sopra, la carenza di vitamina D è stata correlata a:
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Aumento del rischio di alcuni tumori (specialmente colon, mammella e prostata). Studi osservazionali suggeriscono che livelli più alti di vitamina D possano avere un effetto protettivo contro certe neoplasie;
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Patologie respiratorie come asma e allergie (specialmente nei bambini);
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Complicanze in gravidanza: livelli sierici inadeguati aumentano il rischio di ipertensione gestazionale, preeclampsia e diabete gestazionale;
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Infertilità: seppure i dati non siano ancora conclusivi, bassi livelli di vitamina D possono interferire con la fertilità sia femminile (ovaio policistico, endometriosi) sia maschile (riduzione della qualità del seme).
Chi è più a rischio di carenza di vitamina D?
Alcune persone presentano fattori che predispongono a carenza di vitamina D. I principali gruppi a rischio includono:
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Abitanti di latitudini settentrionali (come l’Italia settentrionale): l’insolazione ridotta e più ore di buio in autunno-inverno limitano la produzione cutanea di vitamina D;
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Anziani: con l’età la pelle sintetizza meno vitamina D; inoltre gli anziani spesso trascorrono più tempo al chiuso;
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Persone con pelle scura: la melanina riduce l’efficacia dei raggi UVB;.
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Chi lavora prevalentemente al chiuso o vive in case/uffici bui: bassa esposizione solare quotidiana.
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Obesità e sovrappeso: il tessuto adiposo sequestra la vitamina D liposolubile;
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Donne in gravidanza e allattamento: il fabbisogno di vitamina D aumenta per sostenere crescita fetale e sviluppo del neonato.
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Persone con malattie croniche intestinali (celiachia, morbo di Crohn): il malassorbimento impedisce l’assorbimento di vitamina D dagli alimenti;
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Persone che assumono farmaci particolari: alcuni farmaci (cortisonici e anticonvulsivanti) interferiscono con il metabolismo della vitamina D o aumentano la sua degradazione;
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Vegani/vegetariani stretti: essendo la maggior parte delle fonti naturali di vitamina D di origine animale, le diete vegane possono non garantire apporto sufficiente.
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Chi utilizza sempre protezione solare alta: se si evita sistematicamente il sole con schermi total body e SPF massimo, la pelle non può sintetizzare vitamina D naturalmente.
I fattori di rischio più comuni (età avanzata, obesità, malassorbimento intestinale, scarsa esposizione solare, uso eccessivo di creme solari) sono stati evidenziati dalla Società italiana dell’Osteoporosi (SIOMMMS) e centri di ricerca italiani. Chi rientra in queste categorie dovrebbe controllare regolarmente i valori di vitamina D.
Test vitamina D: come e dove farlo
Quando fare il test della vitamina D
Il test del livello ematico di vitamina D (25-OH-D) è consigliato nelle seguenti situazioni:
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Presenza di sintomi di carenza;
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Fattori di rischio noti: anziani, pelli scure, malattie intestinali, obesità, terapie croniche (vedi sezione precedente);
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Prima di iniziare integrazioni massicce;
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Controllo periodico: almeno una volta l’anno
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Dopo 3-6 mesi di integrazione: per verificare se la dose assunta è sufficiente e correggere eventuali carenze residue.
Test vitamina D in farmacia: come funziona
In Farmacia Carli è disponibile il test della vitamina D con prelievo capillare (pungidito). In 15-20 min si ottiene il risultato indicativo dei livelli di 25(OH)D nel sangue. Un test di screening affidabile e consente di verificare rapidamente uno stato di carenza. Il costo del test di Vitamina D è di 24,90€ in Farmacia Carli e non richiede prescrizione medica. Questo servizio è molto utile per chi vuole conoscere subito il proprio stato vitaminico senza attendere giorni per esami di laboratorio.
Analisi di laboratorio
L’alternativa “classica” è il dosaggio del 25-idrossivitamina D (25-OH-D) su campione di sangue venoso. Questo esame richiede una prescrizione medica e viene eseguito in laboratorio; i risultati possono richiedere da 1 a 3 giorni.
Come leggere i risultati
I referti indicano il livello sierico di 25(OH)D. In generale si considera:
- Carenza grave: < 10 ng/mL.
- Carenza (moderata): 10–20 ng/mL.
- Insufficienza: 20–30 ng/mL.
- Sufficienza minima: 30–50 ng/mL.
- Livelli ottimali: 40–60 ng/mL (alcuni esperti suggeriscono questo intervallo per la salute ossea).
- Eccesso: > 100 ng/mL (rischio di ipercalcemia).
- Intossicazione: > 150 ng/mL
Questi intervalli sono definiti dalle linee guida italiane ed europee. Un livello <20 ng/mL indica la necessità di integrare vitamina D, possibilmente sotto controllo medico.
Vitamina D dosaggio giornaliero: quanto assumerne?
Dosaggi di mantenimento consigliati
Le raccomandazioni ufficiali di dose giornaliera di mantenimento di vitamina D variano per età e condizione. Secondo le linee guida EFSA:
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Neonati (0-12 mesi): 400 UI al giorno (10 µg);
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Bambini (1-18 anni): 600–1000 UI al giorno (15–25 µg);
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Adulti (19-70 anni): almeno 600 UI al giorno, ma molti esperti consigliano 1000–2000 UI al giorno in assenza di esposizione solare sufficiente;
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Anziani (> 70 anni): 1500–2000 UI al giorno (alcune società scientifiche suggeriscono fino a 2300 UI/giorno);
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Gravidanza e allattamento: 1500–2000 UI al giorno (per garantire i livelli materni necessari alla salute ossea fetale e prevenire carenze nel neonato).
In sintesi, valori più elevati di vitamina D possono essere necessari con l’aumentare dell’età, del peso corporeo o in situazioni a rischio. In Italia si considera che l’alimentazione fornisca mediamente solo ~300 UI al giorno, per cui spesso è necessario integrare soprattutto in inverno.
Dosaggi terapeutici in caso di carenza
In presenza di livelli ematici di vitamina D <20 ng/mL (o <10 ng/mL se gravemente deficitari), spesso si applicano protocolli di “terapia d’attacco” seguiti da dosi di mantenimento:
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Carenza grave: 400.000–600.000 UI in totale, somministrate tipicamente come 50.000 UI una volta a settimana per 8-12 settimane;
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Carenza moderata: 3000–5000 UI al giorno per 2-3 mesi;
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Mantenimento dopo terapia: 1000–2000 UI al giorno, per mantenere livelli adeguati.
È importante effettuare il trattamento sotto controllo medico, in quanto dosaggi elevati di vitamina D richiedono monitoraggio (per evitare ipercalcemia). Le linee guida internazionali raccomandano, in caso di deficit documentato, un ciclo di carico (ad es. 50.000 UI/settimana per 8 settimane) seguito da integratori di mantenimento di 1000–4000 UI/giorno.
Come assumere la vitamina D
Ecco alcuni consigli pratici per massimizzare l’assorbimento e l’efficacia della vitamina D:
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Durante i pasti principali, preferibilmente con grassi (olio, formaggi);
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Momento migliore: spesso si suggerisce la mattina o a pranzo, per evitare possibili interferenze con il sonno;
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Forma del supplemento: gocce oleose (maggior biodisponibilità), capsule molli, compresse masticabili o spray sublinguale. Anche fiale monodose settimanali o mensili sono utilizzate per alti dosaggi.
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Costanza: seguire regolarmente il dosaggio senza saltare i periodi, sotto controllo medico.
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Evitare sovradosaggio: non superare le dosi consigliate dal medico. Un eccesso prolungato può portare a effetti collaterali.
Vitamina D3 o D2: quale scegliere?
Differenza tra vitamina D2 e D3
Esistono due forme principali di vitamina D:
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Vitamina D2 (ergocalciferolo): di origine vegetale (funghi esposti al sole, lieviti). Viene estratta da funghi irradiati o lieviti.
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Vitamina D3 (colecalciferolo): di origine animale (olio di fegato di merluzzo, pesce grasso, tuorlo d’uovo) o da fonte vegetale innovativa (licheni). La D3 è la forma sintetizzata dalla pelle umana sotto i raggi UVB.
Dal punto di vista chimico differiscono per alcuni legami nel nucleo steroideo. Clinicamente, la vitamina D3 è quella di elezione nelle integrazioni, in quanto viene metabolizzata più efficacemente dal fegato e mantiene livelli ematici più alti. La D2, pur essendo utile, ha un’efficacia inferiore e dura meno nell’organismo.
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Quale forma è più efficace?
Numerosi studi hanno confrontato l’efficacia delle due forme: la vitamina D3 risulta circa 2-3 volte più efficace della D2 nell’aumentare i livelli ematici di 25(OH)D e nel mantenere i depositi di vitamina D.
In pratica, dosi equivalenti di D3 garantiscono un incremento più marcato nei marker ematici rispetto a D2. Per questo motivo, le linee guida internazionali e gli esperti preferiscono il colecalciferolo (D3) nelle integrazioni quotidiane.
La vitamina D2 viene utilizzata più raramente, ad esempio nei preparati fortificati o nei vegani (quando si vuole offrire una fonte “vegetale”).
Vitamina D3 per vegani e vegetariani
Per i vegani è disponibile il nostro integratore di vitamina D3 di origine vegetale, prodotta da una fonte algale biologica. Chi segue una dieta vegetale può quindi scegliere questo integratore di D3 vegetale per assicurarsi un adeguato apporto.
In alternativa, può assumere ergocalciferolo (D2) da funghi o integratori vegani, ma ricordando che le dosi devono compensare la minore efficacia della D2.
Fonti naturali di vitamina D
Esposizione solare: la fonte principale
Il modo più efficace per ottenere vitamina D è tramite il sole. È sufficiente esporsi al sole per circa 15-30 minuti al giorno con almeno viso, braccia e gambe scoperte. I momenti migliori sono le ore centrali (tra le 10.00 e le 15.00), quando i raggi UVB sono più intensi.
Due-tre esposizioni settimanali regolari sono generalmente sufficienti per coprire l’80-90% del fabbisogno di vitamina D.
Fattori che influenzano la sintesi cutanea sono: stagione (inverno scarsa), latitudine (più difficile al nord), ora del giorno, età avanzata (pelle meno efficiente), fototipo (pelle scura richiede più tempo).
Naturalmente, non va trascurata la protezione della pelle: si consiglia una breve esposizione senza protezione seguita sempre da protezione solare per il restante tempo. In ogni caso, in assenza di sufficiente sole, è necessario integrare con la dieta o integratori.
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Alimenti ricchi di vitamina D
L’alimentazione fornisce solo una piccola quota di vitamina D totale. Tuttavia, ecco i principali cibi con contenuto significativo di vitamina D:
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Pesce grasso (salmone, sgombro, aringhe, sardine): circa 400–1000 UI di vitamina D ogni 100 g di prodotto cotto (il salmone selvaggio è tra i più ricchi).
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Olio di fegato di merluzzo: estremamente concentrato (fino a 1300–1360 UI per cucchiaio da tavola).
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Tuorlo d’uovo: circa 40–50 UI per tuorlo (dipende dal tipo di allevamento).
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Funghi esposti al sole: ricchi di vitamina D2 (100–1000 UI per 100 g a seconda del fungo e del trattamento).
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Alimenti fortificati: latte, succhi e cereali spesso vengono addizionati con vitamina D (le quantità variano dai 40 ai 100 UI per porzione).
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Fegato di vitello/maiale: circa 40–50 UI per 100 g (non enorme, ma fonte animale comunque presente nelle diete tradizionali).
Nonostante queste fonti, è difficile coprire il fabbisogno giornaliero solo con il cibo. In Italia infatti pochissimi alimenti sono fortificati, quindi in autunno/inverno le riserve endogene sono spesso basse. Per questo motivo si fa particolare affidamento su sole e integratori.
Come integrare correttamente la vitamina D
Forme disponibili di integratori
Sul mercato esistono diverse formulazioni di vitamina D, ognuna con vantaggi specifici:
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Gocce oleose: il colecalciferolo è disciolto in olio, consentendo alta biodisponibilità. Adatte a chi ha difficoltà a deglutire capsule. Sono facili da dosare (drop-by-drop);
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Film Orodispersibili: da sciogliere direttamente in bocca;
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Compresse masticabili: ottime per bambini ma anche adulti;
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Spray sublinguale: permettono l’assorbimento sotto la lingua, comodi per chi vuole evitare capsule; alcuni studi suggeriscono assorbimento rapido.
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Fiale monodose settimanali o mensili: contengono alte dosi da assumere sporadicamente (ad es. 50.000 UI/settimana) e sono utili per garantire l’aderenza al trattamento quando non si vuole assumere qualcosa ogni giorno.
Associazioni sinergiche
Alcuni nutrienti potenziano l’efficacia della vitamina D o ne facilitano l’azione:
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Vitamina K2: indirizza il calcio verso le ossa e previene la calcificazione dei tessuti molli (vasi, reni). Spesso si trova in integratori combinati (D3+K2) come la nostra Vitamina D3+K2.
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Magnesio: è cofattore essenziale nelle reazioni enzimatiche che attivano la vitamina D;
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Calcio: se l’apporto di calcio è scarso, l’integrazione di vitamina D può fare poco effetto sulle ossa. Si consiglia di valutare con il medico.
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Omega-3: possono migliorare l’assorbimento della vitamina D e supportare la salute cardiovascolare.
Quando e come assumere gli integratori
Per ottenere il massimo dall’integrazione:
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Durante il pasto principale: assumere la vitamina D insieme ad alimenti contenenti grassi (olio d’oliva, formaggi, avocado) ne migliora l’assorbimento.
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Preferibilmente al mattino: molte persone trovano che assumere la vitamina D al mattino (es. a colazione o pranzo) sia più congeniale, evitando possibili interferenze con il sonno.
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Interazioni farmacologiche: prestare attenzione se si assumono farmaci antiepilettici o corticosteroidi, che possono ridurre l’efficacia dell’integrazione. In caso di dubbi, consultare il medico o il farmacista;
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Non superare il dosaggio consigliato senza controllo medico: dosi molto elevate di vitamina D possono provocare ipercalcemia. Seguire sempre le indicazioni del professionista.
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Regolarità: per mantenere livelli stabili, è importante non interrompere arbitrariamente l’assunzione di integratori una volta iniziata.
In Farmacia Carli trovi un’ampia gamma di integratori di vitamina D. Tra i prodotti consigliati ci sono ad esempio: Vitamina D3 in gocce per bambini, Compresse masticabili, Vitamina D3+K2 (formula magistrale), Vitamina D3 vegetale. Questi prodotti sono selezionati per offrire diverse forme e concentrazioni, in modo da adattarsi alle esigenze individuali.
Vitamina D in gravidanza e allattamento
Durante la gravidanza la vitamina D è particolarmente importante per lo sviluppo scheletrico del feto: favorisce la mineralizzazione del tessuto osseo fetale e previene il rachitismo neonatale.
È raccomandato che la madre mantenga valori sierici di 25(OH)D > 30 ng/mL, in quanto studi clinici hanno dimostrato che livelli adeguati (≥30 ng/mL) riducono di circa il 40% il rischio di preeclampsia e di oltre il 60% il rischio di diabete gestazionale.
Per questo motivo si consiglia una dose giornaliera di circa 1500-2000 UI durante gravidanza e allattamento.
In caso di allattamento esclusivo, il latte materno (ricco di minerali ma povero di vitamina D) non basta a soddisfare il fabbisogno del bambino: le linee guida suggeriscono dunque di integrare direttamente il neonato con 400 UI/die di vitamina D3 per i primi 12 mesi.
In ogni caso, soprattutto in gravidanza e allattamento è fondamentale il controllo medico: il dosaggio va stabilito in base ai livelli iniziali di vitamina D e a possibili problemi di salute (ipertensione, diabete gestazionale, ecc.). Non bisogna mai autosomministrarsi dosaggi elevati senza supervisione.
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Fonti:
- Ministero della Salute e ISS (linee guida e valori di riferimento) [-]
- SIOMMMS (Società Italiana dell’Osteoporosi) [-]
- Istituto Superiore di Sanità: articoli specialistici (American Endocrine Society e studi clinici) [-]
- Risorse sanitarie aggiornate (ISSalute) [-]