MOMENDOL 12 COMPRESSE RIVESTITE DA 220 MG
Descrizione
Categoria Farmacoterapeutica
Momendol 220 mg appartiene alla categoria dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), derivati dell'acido propionico, indicati per il trattamento sintomatico di dolori lievi e moderati e della febbre.
Composizione e Principi Attivi
Principio attivo: naprossene sodico 220 mg (pari a 200 mg di naprossene).
Nucleo della compressa: lattosio monoidrato, amido di mais, cellulosamicrocristallina, povidone (K25), carbossimetilamido sodico, silice colloidale anidra, magnesio stearato. Film-rivestimento: ipromellosa, macrogol 400, titanio diossido (E 171), talco.
Indicazioni Terapeutiche
Momendol è indicato per il trattamento sintomatico di breve durata di dolori lievi e moderati, quali:
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Dolore muscolare e articolare
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Mal di testa
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Mal di denti
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Dolori mestruali
Può essere utilizzato anche nel trattamento della febbre.
Controindicazioni
Non usare Momendol in caso di:
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Ipersensibilità al naprossene o agli eccipienti
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Reazioni allergiche a FANS o analgesici correlati
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Emorragie gastro-intestinali o perforazioni pregresse
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Ulcera attiva dello stomaco o del duodeno
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Grave insufficienza epatica, renale o cardiaca
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Gravidanza e allattamento
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Bambini e adolescenti <16 anni
Posologia e Modalità di Somministrazione
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Adulti e adolescenti ≥16 anni: 1 capsula molle ogni 8-12 ore
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Prima giornata: possibile somministrazione iniziale di 2 capsule molli seguite da 1 capsula dopo 8-12 ore
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Non superare 3 capsule molli in 24 ore; per anziani o insufficienza renale lieve/moderata, massimo 2 capsule nelle 24 ore
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Durata massima: 7 giorni per il dolore, 3 giorni per la febbre
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Modalità d’uso: assumere con un bicchiere d’acqua, preferibilmente dopo i pasti
Conservazione
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Non conservare a temperature superiori a 25°C
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Conservare nel contenitore originale per protezione dall’umidità
Avvertenze
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Utilizzare sempre la dose minima efficace per il più breve tempo necessario
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I FANS possono aumentare il rischio di eventi trombotici arteriosi e di ulcerazioni gastrointestinali
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Cautela in pazienti anziani, con insufficienza renale, epatica o cardiovascolare
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Monitorare i pazienti che assumono diuretici, anticoagulanti, corticosteroidi o altri FANS
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Evitare in caso di consumo abituale di alcol o dolori di origine gastrointestinale
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Interrompere il trattamento in caso di eruzioni cutanee, lesioni della mucosa o ipersensibilità
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Può prolungare il tempo di sanguinamento, attenzione in pazienti con problemi di coagulazione
Avvertenze Speciali per Allergie e Intolleranze
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Contiene sorbitolo, fonte di fruttosio; informare il medico in caso di intolleranza al fruttosio o altre malattie genetiche rare
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Contiene sodio <1 mmol per capsula, quindi praticamente "senza sodio"
Interazioni del Naprossene con altri farmaci
Il naprossene può interagire con numerosi farmaci aumentando o diminuendo i loro effetti. È controindicato con anticoagulanti di tipo cumarinico (warfarin, dicumarolo) poiché prolunga il tempo di protrombina e aumenta il rischio di emorragia gastrointestinale.
L’associazione con altri FANS o corticosteroidi non è consigliata per il rischio di ulcere e sanguinamento gastro-duodenale. L’uso concomitante con litio richiede monitoraggio dei livelli plasmatici per evitare nausea, tremori e confusione.
Inoltre, l’uso con antiaggreganti piastrinici o SSRI aumenta il rischio di emorragia gastrointestinale, mentre l’associazione con acido acetilsalicilico a basse dosi può ridurne l’effetto piastrinico.
L’interazione con ciclosporina, tacrolimus e metotressato può provocare nefrotossicità o aumento della tossicità dei farmaci. Alcune combinazioni devono essere usate con cautela, tra cui derivati idantoinici, sulfamidici, sulfaniluree, diuretici, beta-bloccanti, ACE-inibitori, antagonisti dell’angiotensina II, digossina e probenecid.
Il naprossene può anche interferire con alcuni esami di laboratorio, alterando tempo di sanguinamento, clearance della creatinina, azotemia, livelli di creatinina e potassio, test epatici e determinazioni urinarie di 17-chetosteroidi e acido 5-idrossi-indolacetico.
Effetti indesiderati del Naprossene
Come altri FANS, il naprossene può causare effetti indesiderati, prevalentemente di natura gastrointestinale. Tra i più comuni: nausea, vomito, diarrea, dispepsia, dolore addominale, gastralgia e flatulenza.
Possono verificarsi ulcere peptiche, perforazione o emorragia gastrointestinale, soprattutto negli anziani. Sono stati riportati anche reazioni cutanee gravi, tra cui Sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica.
Altri effetti possibili comprendono: reazioni allergiche, edema, ipertensione, insufficienza cardiaca, cefalea, vertigini, sonnolenza, disturbi visivi e uditivi, problemi renali e alterazioni epatiche.
È importante segnalare eventuali reazioni avverse tramite il sistema nazionale AIFA: Segnalazioni Reazioni Avverse.
Uso del Naprossene in gravidanza e allattamento
L’uso di naprossene durante la gravidanza può interferire con la sintesi delle prostaglandine, aumentando il rischio di aborto e malformazioni cardiache nei primi mesi.
Dalla ventesima settimana in poi, i FANS possono causare oligoidramnios e disfunzione renale fetale. Nel terzo trimestre, l’uso espone il feto a tossicità cardiopolmonare e disfunzione renale, mentre la madre può avere effetto antiaggregante e ritardo nel travaglio.
L’uso è controindicato durante la gravidanza e l’allattamento. Inoltre, il naprossene può influenzare temporaneamente la fertilità femminile, un effetto reversibile interrompendo la terapia.
Importante: se permangono dubbi o per necessità di approfondimento è fondamentale rivolgersi al proprio medico o farmacista di fiducia. Questa scheda prodotto ha scopo puramente informativo e non costituisce né una prescrizione né una terapia.
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